lunedì 23 marzo 2009

Un progetto dell'UE per sviluppare nanomateriali per celle solari più efficienti18/03/2009

Un nuovo progetto finanziato dall'UE trasforma la nanotecnologia in un tentativo per aumentare significativamente l'efficacia delle celle solari. Il progetto triennale chiamato ROD-SOL ("Celle solari a strato sottile completamente inorganiche basate su nanobacchette su vetro"), ha una dotazione di bilancio di 4 Mio EUR, 2,9 Mio EUR dei quali proverrà dal tema "Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione" (NMP) del Settimo programma quadro (7°PQ). Lo scopo del progetto è lo sviluppo di nuovi nanomateriali più efficienti in termini di costi per le celle solari. In un periodo in cui i prezzi dell'energia sono in aumento, si cerca di sviluppare nuovi modi più economici per sfruttare le fonti di energia rinnovabili. "Il fotovoltaico è un pilastro importante di questo impegno, visto che l'energia solare è disponibile in quantità quasi illimitate," ha commentato la coordinatrice del progetto, la dott.ssa Silke Christensen dell'Istituto di tecnologia fotonica (IPHT) in Germania. Le celle solari attualmente in uso hanno un efficienza che si aggira intorno al 18%. La produzione di tali celle però richiede una grande quantità di materie prime ed è un processo ad alto consumo energetico. In futuro, si prevede che le celle solari a strato sottile domineranno il mercato, poiché i loro costi di produzione sono molto più bassi. L'efficienza di queste nuove celle, che si aggira attorno al 10%, è però piuttosto bassa. Il progetto ROD-SOL mira ad aumentare l'efficienza di queste celle solari a strato sottile, sviluppando e ottimizzando la sintesi di nanobacchette su substrati più economici come vetro o lamine di metallo. Le nanobacchette di silicio sono effettivamente minuscole colonne di silicio il cui diametro si misura in manometri (un nanometro è un miliardesimo di metro). Secondo i partner del progetto queste piccolissime strutture sono ideali per intrappolare l'energia della luce in modo che essa possa essere trasformata in elettricità. Un'importante sfida per i ricercatori sarà quella di determinare il diametro ottimale di queste nanobacchette, visto che il diametro influenza l'efficienza delle strutture. I nuovi materiali e processi sviluppati all'interno del progetto saranno testati ed implementati dalle aziende che partecipano al ROD-SOL. In totale, il progetto conta sette organizzazioni di ricerca, basate in Austria, Finlandia, Germania, Ungheria, Svizzera e USA, e quattro partner industriali provenienti da Germania, Slovenia e Finlandia.
Per ulteriori informazioni, Istituto di tecnologia fotonica: http://www.ipht-jena.de/

Fonte cordis.europa.eu

lunedì 16 marzo 2009

ALIMENTAZIONE SANA E ACQUISTI NEL SISTEMA DEL MERCATO GLOBALE


Estratto da "il verdesalvia" n°ro 2 del 19 novembre 2007

Carissimi lettori, riprendo il tema delle anticipazioni del numero del 5 novembre 2007.
Vi propongo oggi alcune argomentazioni per presentare quello che definiamo il “progetto globale” della società e quindi il “benessere globale”. Globalizzato: “ciò che è comune, globale”, ovvero: “crescente dipendenza dei paesi gli uni dagli altri” (wikipedia), termine che in antitesi ci aiuta a capirne i significati, ma senza entrare nel merito dei risvolti politici e dei fatti di cronaca.
Difficile non divagare sui mille temi correlati perché di ognuno si potrebbe scrivere interi articoli.
Trascendiamo.
Non intendo tediarvi, ma per chiarire il significato di “Globalizzazione” ci è sempre di aiuto lo Zanichelli, e quindi la sua definizione: “processo conoscitivo proprio dell’età infantile tendente a cogliere innanzitutto l’insieme di un oggetto e a differenziare solo successivamente gli elementi che lo compongono…..”
…. A rileggerlo preoccupa ! siamo considerati in tal modo ….entità così elementari da capire solo gli insiemi e poi (forse) la distinzione tra le cose ??!
Globalizzato, è forse colui il quale nella sua migliore espressione rappresenta il pensare comune e manifesta opinioni comuni. Mi viene in mente quel movimento del pensiero moderno (il qualunquismo) che pretendeva di esprimere le opinioni e le aspirazioni del cittadino medio, ed affermava che la forma dello stato ideale fosse quella puramente amministrativa.
Ogni individuo ha delle proprie facoltà, capacità intellettive, spazi, relazioni ed ambiti in cui vive le sue esperienze che non possono esser considerate “globali”; abbiamo o no ancora la capacità di distinguere ?
Il “pensare comune”, il “pensare globale” sta passando tramite i media, e altri strumenti di controllo dell’opinione, come la più elevata facoltà del pensiero della società del XXI° secolo.
Il nostro pensiero è il Nostro !
Dite BASTA al richiamo sornione della televisione, strumento per nulla democratico che impone per prima il pensiero globale, che arriva dall’alto e che come un “monito” nessuno può contraddire. Ristabiliamo i rapporti con le persone e non con la televisione.
Il nostro pensiero è il Nostro !
Torniamo a ripercorrere quello che facciamo ogni giorno, ai comportamenti ed alle abitudini che già da tempo volevamo e non riuscivamo a cambiare attingendo alle nostre facoltà intellettive.
Portarci con l’auto da un coltivatore diretto, che comunque si trova ad 1 km da un noto centro commerciale, che differenza ci può fare ? cosa ci costa in più rispetto alle nostre abitudini ? Al contrario, troveremo dei vantaggi perchè dedicheremo più tempo ad altro, risparmieremo benzina ed emissioni “globali” di CO2, eviteremo alcune code in auto, e relative incazzature per la ricerca del parcheggio o per il carrello che ha la ruota “sifula” e non va come dovrebbe.
Insomma in modo più sostenibile, rivolgiamo l’interesse a noi stessi ed agli “elementi che compongono l’insieme”. Rivalutiamo i mercati locali, o quelli di strada, quelli spontanei, di scambio, di acquisto a basso prezzo e con prodotti sostenibili.
Le “regole tecniche” del mercato globale sono volte alla genesi di un sistema esclusivamente ideato per far assorbire i “colpi” (spesso bassi) alla intera collettività.
Lo definisco “l’effetto spugna”.
I contraccolpi su scala locale sarebbero della portata di uno Tsunami mentre a livello “globale”, l’intero mondo si trova nelle stesse condizioni, si ritiene possa sopportare meglio le crisi, o gli errori, siano essi economici, finanziari o politici.
Godiamo (?) della nostra vita globalizzata, siamo tutti più felici in quanto assumiamo una consapevolezza comune di fronte agli eventi, insomma siamo tutti un pò “global” ?! Pensiamo insieme la stessa cosa… sviluppiamo così il nostro senso di appartenenza.
In verità il cittadino “globale” assorbe ed ha la capacità di rilasciare ancora qualche cosa.
Siamo considerati delle spugne !
Ecco la leva che si propone alla psicologia collettiva.
Guardare alla politica ed alla economia internazionale era cosa di tutti i giorni, sino agli anni ’90. In Italia il dibattito per quindici anni si è svolto pressoché al nostro interno per i noti fatti che si sono susseguiti dopo la prima repubblica e nel mentre la economia globale ci ha assorbito, senza sforzo, come se il nostro paese fosse un gigante addormentato, trascinato per i piedi da altri e chissà dove…. in un macello ?!

Tornando alla alimentazione, mi soffermo su alcune tecniche di vendita che studiano gli esperti del settore (segnaliamo “l’esposizione come strumento di vendita” di C. Casella – visual merchandising).
In quale altro paese troviamo prodotti autoctoni di elevato e riconosciuto valore nutrizionale con gusti unici al mondo ? Tutti gli altri paesi, potremmo dire, hanno prodotti unici… e invece no. Il burro di arachidi non è certo paragonabile al mascarpone o alla ricotta fresca ! nei megasupermercati tra i reparti ci fanno trovare la stessa serie di prodotti, italiani, messicani, tailandesi, e ormai troviamo anche l’angolo giapponese del sushi.
Ma dove e come siano collocati i prodotti, ve lo siete mai chiesto ?
Nei supermercati di media dimensione i prodotti più “forti” vengono collocati negli scaffali ad altezza occhi, rispetto agli altri (alla altezza media degli occhi dell’uomo/donna medio/a), sulle testate delle corsie i prodotti da “battaglia”, quelli in offerta, così come le miriadi di tic-tac, barrette ed ovetti di cioccolato sono ad altezza bambino ed in prossimità delle casse, così vieni preso per sfinimento mentre devi fare i sacchetti o vuotare il carrello e pagare ! Nei centri commerciali si infilano in serie dallo scaffale più alto a quello più basso, e chi ha più visibilità…. Occupa più colonne, sino a sei, sette in serie !
Tecniche di marketing strategico e quindi di posizionamento dei prodotti sono più o meno note, e comunque in evoluzione, e il compratore medio che fa la spesa non può essere considerato una variabile impazzita che gira senza acquistare i prodotti di riferimento che pagano per essere in pole position !
Una volta (circa 35 anni addietro) si fece una scoperta incredibile, ma che fu denunciata al mondo intero: nei sottofondi musicali diffusi nei centri commerciali si scoprì che venivano inviati “messaggi sub-liminali” sia per convincere all’acquisto sia come deterrente per i furti (in forma di messaggi quasi impercettibili del tipo: compra, pirla, compra la pasta Favilla, compra bigolo, compra la passata firio…. pirla ! oppure: io sono buono, io non rubo, io sono buono….), il tutto ai danni degli utenti. Le associazioni dei consumatori eruttarono contro questi strumenti di controllo del fare comune e solo nel paese della libertà non furono bandite. Ancora oggi nei video, nei cartoni animati, nei film per bambini e adulti veniamo continuamente sollecitati ed esposti a questi subdoli meccanismi della comunicazione (?)

Ecco in sintesi:
Spesa Globale = Controllo globale

La prossima volta che faremo la spesa, cerchiamo di non farci indurre al forzato acquisto dei prodotti leader, anche questa è una piccola prova di “localizzazione” cui ci vogliamo sottoporre.
f.a.

martedì 3 marzo 2009

Ogm, Commissione Ue sconfitta: restano divieti di coltivazione

Bruxelles, 3 mar. (Apcom)
La Commissione è stata sconfitta per la quarta volta, a Bruxelles, nella sua pretesa di dettare agli Stati membri se devono o no coltivare piante Ogm sul loro territorio, e in particolare le due varietà di mais Mon810 e T25. Negli anni scorsi, l'Esecutivo Ue ci aveva già provato, invano, due volte con l'Austria e una con l'Ungheria. Ora, nella seduta di ieri, chiedeva ancora di imporre la fine dei divieti nazionali di coltivazione di Vienna e Budapest, e ha perso di nuovo, con una maggioranza contraria (22 paesi su 27) maggiore che negli scorsi tentativi, nonostante una procedura decisionale estremamente favorevole all'Esecutivo Ue (le sue proposte possono in questo campo essere respinte solo a maggioranza qualificata, pari a 255 voti).
Il risultato, tuttavia, non era affatto scontato. Solo all'ultimo momento, si è capito che la Germania e il Belgio avrebbero votato contro la Commissione, determinando la sua nuova sconfitta, mentre nelle ore precedenti il lavorio diplomatico sotterraneo degli austriaci e dei francesi, e anche la mobilitazione dei cittadini e delle Ong ambientaliste, erano riusciti a convincere gli spagnoli (gli unici che coltivano su scala commerciale il mais Mon810) e anche i portoghesi. Alla fine, sul Mon810 hanno votato a favore della Commissione (e contro i divieti austriaco e ungherese) solo Regno Unito, Svezia, Finlandia, Estonia e Olanda (63 voti su 345), mentre sul T25 (vietato solo in Austria) l'Esecutivo Ue ha ottenuto solo i voti di Regno Unito, Finlandia, Olanda, Estonia e Romania (67 voti).
L'Italia ha votato contro la proposta dell'Esecutivo Ue; ma, ha puntualizzato il ministro dell'Ambiente Stefania Presitgiacomo, si è trattato di un voto sui rapporti di forza fra Commissione e Stati membri, e non sull'autorizzazione di coltivazioni transgeniche. "Non sono mai stata una Ogm-scettica". Ed ha spiegato che si è trattato di "un voto sui rapporti istituzionali fra la Commissione e gli Stati membri per garantire la possibilità per ciascun paese di avvalersi della 'causola di salvaguardia' espressamente prevista dalla direttiva 18/2001 (sul rilascio volontario di Ogm nell'ambiente, ndr), che consente a una singola nazione di vietare, se lo ritiene, la coltivazione di organismi geneticamente modificati".
Il ministro ha poi confermato che è infatti in atto un cambiamento di rotta nel governo italiano, finora sempre contrario ad autorizzare coltivazioni di Ogm nell'Ue. Dopo aver ricordato che nel governo ci sono "posizioni distinte", da quella del ministero del Welfare e Salute, "che vorrebbe la sperimentazione", a quelle "più scettiche" (come nel caso del responsabile dell'Agricoltura Luca Zaia), Prestigiacomo ha precisato: "Io ho una posizione abbastanza aperta sugli Ogm, laddove è dimostrato scientificamente che non nuocciono in alcun modo alla salute e all'ambiente".