"Il Politecnico di Milano ha recentemente presentato un suo studio in cui sono state misurate le nanopolveri emesse da tre inceneritori italiani (Brescia, Milano e Bologna) e da diversi impianti termici alimentati a paellet, gasolio e metano.
Le conclusioni, a mio avviso, sono che è molto meglio teleriscaldarsi con impianti a metano.
Infatti nei fumi di una caldaia a metano (100-150 Kwatt) senza alcun trattamento fumi, escono meno di 4.500 nanoparticelle per centimetro cubo di fumi, mentre nei tre inceneritori nostrani , dopo quel popò di trattamento fumi che costa uno sproposito e produce un bel pò di rifiuti tossici, si va da 4.000 a 70.000 nanoparticelle per centimetro cubo.
Se poi oltre che al numero si considera la composizione chimica di queste nanoparticelle e la loro potenziale pericolosità, non ho dubbi che il metano abbia la meglio, in quanto nei fumi di un combustibile gassoso come il metano la presenza di nanoparticelle metalliche, le più pericolose in quanto indistruttibili, deve essere intrinsecamente più bassa delle nano-particelle sputate fuori da un "termovalorizzatore" dove si brucia, letteralmente, di tutto."
Commento del Prof. Federico Valerio
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